Dalle mostre al percorso interattivo, un nuovo polo culturale per Napoli

  • 29/11/2017
L’intervista rilasciata all’agenzia Dire del presidente del Polo Pietrasanta Raffaele Iovine

 

Presentiamo Il Polo Culturale Pietrasanta. La sua storia, la sua finalità, e quello di cui si sta occupando in questo momento.

L’associazione Pietrasanta nasce nel 2011, fondata da me ed un gruppo di amici, professionisti, imprenditori, che si sono messi insieme perché attratti da questo bellissimo monumento, la Basilica di Santa Maria Maggiore. Insieme abbiamo presentato alla Diocesi di Napoli un progetto di valorizzazione del bene.

In realtà del complesso della Pietrasanta, della Cappella Pontano, della Cappella del Cappuccio, del Campanile, e della Piazzetta, noi ci prendiamo cura da molti più anni: almeno dal 2000, quando io e altri amici abbiamo deciso di investire nel centro storico di Napoli e abbiamo compreso, con l’amore e la passione per questa città, che era necessario avviare un progetto di recupero, di tutela, di valorizzazione di questo bellissimo complesso alle porte del decumano maggiore.

Oggi, dopo cinque anni di lavori, un iter amministrativo molto lungo e un dialogo importante con le soprintendenze, stiamo per riaprire la Basilica della Pietrasanta con dei progetti straordinari, fra cui quelli delle mostre.

L’anno scorso ne abbiamo ospitata una, curata da Vittorio Sgarbi, i Tesori Nascosti, mentre sabato inauguriamo la seconda, Il Museo della Follia.

Infine abbiamo affidato ad una società d’immagine e comunicazione napoletana, Phantasya, un progetto per la valorizzazione della Basilica, della cripta e del fantastico ambiente sotterraneo.

Dalla Pietrasanta, infatti, abbiamo accesso ad una delle più grandi cavità di tutto il centro storico, dalla quale comincia il percorso dell’acquedotto greco-romano.

Stiamo per presentare alla città un prodotto straordinario e veramente unico.

 

Come è iniziata questa lunga avventura di recupero del complesso?

Ricordo ancora con piacere quando nei primi anni 2000 cominciammo i lavori di recupero.

Prima della Cappella del SS. Salvatore, che era totalmente abbandonata e in uno stato di degrado…
Immaginate che nella chiesa c’era un fruttivendolo che la sera faceva entrare cani randagi!
E poi il restauro del tempietto rinascimentale, unico nel suo genere, ovvero la Cappella Pontano.

La Pietrasanta sta per riaprire le sue porte ai napoletani e ai tanti turisti che oggi frequentano la città. Porte che non si chiuderanno mai più.

 

Oggi Pietrasanta è patrimonio UNESCO.