La Storia

Polo Culturale ETS

Napoli affonda le sue radici nella cultura greca. I primi coloni imposero alla città il nome di Partenope e successivamente quello di Neapolis, le cui mura difensive correvano lungo l’attuale Via del Sole e via S. Severo alla Pietrasanta, fino a piazza San Domenico. Tracce di opus reticulatum e testaceum sono ancora osservabili, così come pavimenti e mosaici appartenenti ad una domus romana. Come Atene, anche Neapolis era divisa in Fratrie, ciascuna dotata di un proprio tempio. La Fratria degli Artemisii fondò il tempio dedicato a Diana Medica, dea legata al culto della Luna, nel luogo dove oggi sorge la Basilica della Pietrasanta. Nel sottosuolo della Basilica vi sono i resti dell’antico acquedotto greco: un percorso sotterraneo di cunicoli e cisterne che correva non solo sotto la basilica, ma per l’intero perimetro della città antica, permettendo la distribuzione dell’acqua nell’allora già sviluppato centro di Neapolis. Nel campanile, databile al XI secolo, si possono osservare numerosi riutilizzi di elementi architettonici e iscrizioni di epoca romana e, fra questi, il ludus Lantrunculorum, un gioco simile alla dama molto popolare fra i soldati romani.

BASILICA POMPONIANA

“La Chiesa, il Tempio, la Basilica Pomponiana, tutta una cosa, così detta dal suo Fondatore, che fu il glorioso S. Pomponio, il quale venne edificandola per espandere innanzi alla Beatissima Vergine sì il cuor suo, come quello dell’intiero gregge affidato alle sue cure”

Pasquale Ventre, 1880

La Basilica fu fondata nel VI secolo dopo Cristo, tra il 525 e il 533, per volere del vescovo Pomponio. La fondazione della chiesa è legata ad un’antica leggenda popolare secondo la quale il Diavolo, sotto le spoglie di un maiale, infestava la zona fra Piazza Miraglia e il centro antico, e grugnendo spaventava i passanti durante le ore notturne. Pomponio fece costruire la basilica a seguito di un sogno durante il quale la Madonna gli ordinò di erigerle una chiesa nel luogo dove si sarebbe ritrovato un panno celeste. Sotto il panno, la pietra santa: una roccia con su incisa una croce, che sarebbe stata venerata dai fedeli negli anni come fonte d’indulgenza.

EPOCA BAROCCA

Basilica Fanzaghiana. Durante il 1600, si rese necessario il rifacimento della chiesa, a causa del cattivo stato in cui versava la struttura in seguito a dei dissesti causati da un terremoto avvenuto nel 1456. I lavori per la costruzione della nuova Basilica iniziarono nel 1656, sotto la direzione di Cosimo Fanzago e, dopo un iniziale sospendimento causato dal dilagare della peste, si conclusero nel 1667. La Chiesa seicentesca, che è la struttura visibile tutt’oggi, fu sviluppata su pianta a croce greca, con una cupola alta ben 65 metri. Le navate luminose, il contrasto con l’ombra che avvolge il coro, le soluzioni architettoniche dell’intero impianto, rendono la basilica fanzaghiana un interessante unicum nel cuore di Napoli.

EPOCA MODERNA

La chiesa, che durante l’ottocento aveva già subìto interventi radicali alla cupola, fu soggetta a diversi successivi cambiamenti. Patì per due volte i bombardamenti, il primo nel 1942, quando un proiettile d’artiglieria distrusse il frontone dopo aver colpito la volta fra l’ingresso e la cupola, e il secondo, nel ’43, quando a seguito di un’incursione aerea furono distrutte parti della cupola e del muro dietro l’altare maggiore.  Gli ingenti danni costrinsero la chiusura della chiesa al culto. Per decenni, il sito rimase in uno stato d’abbandono. Basti pensare che durante gli anni ’70 fu addirittura utilizzato come deposito di materiale da costruzione, mettendo a rischio il pavimento maiolicato della Basilica.

IL COMPLESSO OGGI

Dopo 64 anni, la chiesa è stata riaperta con una solenne Messa celebrata il 21 giugno del 2007. La nuova gestione del Polo Pietrasanta ha finalmente riportato la Basilica di Santa Maria Maggiore alla città, ponendo il sito al centro di diversi progetti e manifestazioni culturali. Il 16 novembre 2017, alla presenza del Sindaco di Napoli Luigi de Magistris e degli Assessori Piscopo e Calabrese, si è concluso ufficialmente il progetto di valorizzazione Unesco, con chiusura dei lavori ed inaugurazione del Sindaco. Le attività organizzate per valorizzare il percorso sotterraneo dell’ipogeo e dei cunicoli sottostanti avranno per risultato la creazione di un percorso fruibile che fornirà al pubblico una visione completa dell’intero impianto basilicale e che dimostrerà quanto ancora ha da raccontare e affascinare l’incredibile sito della Pietrasanta.

Il Complesso prima e dopo.

Un piccolo saggio del lavoro di restauro e valorizzazione del complesso realizzato grazie all’attività dell’Associazione Pietrasanta Polo Culturale ONLUS.