Il restauro del pavimento della Basilica della Pietrasanta

  • 20/10/2020

Il pavimento della Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta è stato realizzato dalla Bottega dei Fratelli Massa, la stessa che a Napoli ha realizzato anche il noto Chiostro Maiolicato di Santa Chiara.

Abbandonata al degrado e all’incuria del tempo per oltre trent’anni, la basilica è stata preda di atti vandalici, e il pavimento utilizzato come pista per corse motociclistiche, testimoniate ancora da macchie d’olio che ne hanno annerito alcuni punti.

Un pessimo stato di conservazione che ha richiesto un primo intervento di restauro agli inizi degli anni ’90, voluto da Monsignor Vincenzo de Gregorio, Rettore della Basilica della Pietrasanta.

Evidenti in quel tempo i segni delle gomme, le grosse macchie d’olio bruciato e i resti di motociclette.

Molti i cedimenti del massetto e i conseguenti avvallamenti del pavimento, con ampie aree prive di mattonelle, che erano state asportate o distrutte.

Cotto maiolicato, le riggiole furono dipinte con colori vivaci e motivi floreali dalla Fabbrica di Giuseppe Massa nel 1764.

Durante gli anni ’70 invece la basilica fu utilizzata addirittura come deposito di materiale da costruzione, condizione questa che danneggerà ulteriormente questo straordinario gioiello del barocco napoletano.

Dal 2011 la basilica è stata affidata in comodato d’uso all’Associazione Pietrasanta Polo Culturale onlus, presieduta da Raffaele Iovine, che coraggiosamente porta avanti un importante progetto di riqualificazione del patrimonio del Complesso Monumentale della Pietrasanta, riconosciuto oggi come sito di interesse storico e culturale: «Siamo un gruppo di privati cittadini che sostiene investimenti per la valorizzazione della Pietrasanta, come il restauro del pavimento, martoriato nel corso degli ultimi decenni, e che porta ancora i segni della officina meccanica che un tempo si svolgeva qui».

A recuperare materialmente il pavimento con determinazione quattro restauratrici napoletane della giovane società, tutta al femminile, ARTES. Un acronimo dietro al quale ci sono Alice Teresa Elena Serena, socie fondatrici, cui si aggiunge la R di restauro, che nel 2017 si mettono in proprio operando nel settore del restauro, della conservazione e della valorizzazione del patrimonio culturale antico e moderno.

Sotto l’attento occhio delle funzionarie responsabili della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli (Laura Giusti e Barbara Balbi), le quattro giovani restauratrici si stanno occupando dei 600 mq di cotto maiolicato all’interno della basilica: «Si tratta di un lavoro certosino, ora stiamo lavorando alla pulitura con bisturi e spazzole – ha spiegato Alice Hansen, responsabile della ditta a cui la Soprintendenza ha affidato i lavori – poi passeremo alla stesura di un prodotto di consolidamento, un lavoro estetico con stuccatura e raccordo cromatico all’insieme pavimentale per rendere finalmente fruibile al pubblico questo gioiello. L’impatto visivo già è spettacolare».